PROGETTO " IL BUIO IN TASCA " -
SPELEOMAPPE DIGITALI, PER UNA SPELEOLOGIA DIFFUSA E CONDIVISA
PROGETTO " IL BUIO IN TASCA " -
SPELEOMAPPE DIGITALI, PER UNA SPELEOLOGIA DIFFUSA E CONDIVISA
Lungo la sponda destra del fiume Piave, in provincia di Treviso, si alza il rilievo carsico del Montello. Sebbene di modesta estensione le sue caratteristiche lo rendono quasi unico nel suo genere, sia per il complesso e particolare carsismo (grotte in conglomerato) sia per le sue peculiarità naturalistiche. Molto battuto negli anni '70 - '80 da diversi Gruppi tra i quali il G.S.S.M., l'area oggi purtroppo non gode di grande interesse, malgrado il potenziale esplorativo sia ancora molto alto, con interi sistemi ancora da poter congiungere: Piero Moro - Bus del Fun - Tavaran Grando; Val Boera - Posan - Casselon; Pavei - Forame; Fratte - Forame; Castel Sottera - val Conca, ecc. La mappa è completata con le principali cavità delle colline del Coneglianese, site nei comuni di San Pietro di Feletto e Susegana.
E’ idea comune, anche in ambito speleologico, che i rilievi euganei siano privi di grotte o cavità; in realtà i Colli Euganei presentano un ricco repertorio di cavità artificiali, oltre che ad alcune grotte naturali su trachite degne di nota, generatesi probabilmente dal processo di degassazione di antiche lave in raffreddamento. Tra le numerose cavità artificiali e naturali rimaneggiate per usi antropici si annoverano invece: ghiacciaie, polveriere ipogee, saggi di cava, rifugi e ripari civili risalenti alla Seconda Guerra Mondiale, miniere per l'estrazione di minerali, pozzi, cisterne e cantine domestiche. La mappa è statata curata dal gruppo ESCA -PADOVA SOTTERRANEA e si compone di circa 50 siti censiti con una breve descrizione ed alcuni percorsi di avvicinamento.
Non serve essere speleologi esperti per poter visitare una facile cavità orizzontale, vanno però rispettate scrupolosamente le regole di sicurezza che solo un gruppo speleologico può insegnare, ma soprattutto trasmettere e condividere a livello interpersonale. Ciò detto, sono riportate in mappa una serie di grotte suborizzontali ed ex miniere in disuso, adatte ad escursionisti con una buona preparazione tecnica personale, e dotati di tutta l'attrezzatura di sicurezza obbligatoria in grotta (casco con luce a led primaria, doppio impianto luce di riserva, imbrago con longe, tuta, guanti, stivali ecc.). Alcuni siti artificiali potrebbero risultare chiusi.
Se l'intero patrimonio ipogeo nazionale fosse un unico grande monumento, questo sarebbe il terzo sito turistico più visitato d'Italia. Sono decine infatti le grotte naturali attrezzate turisticamente, rese quindi accessibili a tutti. Oltre alle grotte nazionali sono caricate in mappa anche quelle del vicino estero.
Sono più di 500 i siti ipogei turisticizzati visitabili in Italia, censiti nella nuova mappa del G.S.SM. Ex miniere, bunker, rifugi antiaereo, chiese rupestri, catacombe, cripte, case grotta, cavità archeologiche, percorsi urbani sotterranei, cantine storiche, frantoi ipogei e le grandi opere ingegneristiche in caverna rappresentano un patrimonio unico al mondo, da conoscere e valorizzare. Alcuni siti potrebbero essere non visitabili per particolari norme di tutela e salvaguardia.
L'attività speleosubacquea rappresenta la frontiera più avanzata e promettente dell'esplorazione speleologica. E indubbio che quel che verrà scoperto di nuovo nei prossimi anni a venire sarà in gran parte trovato al di là di un ostacolo acquatico, chiamato tecnicamente 'sifone'. La disciplina speleosubacquea è praticata in ambienti molto diversi tra loro: in risorgenze vauclusiane, nei tratti allagati delle grotte (sifoni, laghi, fond de trou) o in cavità sottomarine, artificiali ecc. La mappa, in continuo e lento sviluppo, tenta di censire tutte le grotte in Italia con al loro interno sifoni, oltre alle risorgenze vauclusiane nazionali, ed è rivolta ai soli speleosub brevettati ed alle loro squadre di supporto.